MAGMA, il Museo delle Arti in Ghisa della Maremma a Follonica
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MAGMA, scoprire Le Arti in Ghisa della Maremma a Follonica: Cenni storici, allestimento, orari, info utili.
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- Il MAGMA, il museo delle arti a Follonica e l'ingresso al Parco delle Colline Metallifere
- L'allestimento interno al MAGMA, cosa c'è dentro al museo?
- Primo Piano - L'arte
- Secondo Piano Piano - La Storia
- Piano Seminterrato - La Produzione del ferro
Il MAGMA, il museo delle arti a Follonica e l'ingresso al Parco delle Colline Metallifere
Il MAGMA, è ospitato all'interno degli spazi restaurati del Forno San Ferdinando, l'edificio più antico della città, il museo è un luogo magico in grado di narrare una storia pregna di ingegno, arte e passione: quella dell'industria siderurgica italiana.
Al MAGMA è possibile trovare muri secolari e preziosi manufatti, affiancati alle più avanzate tecnologie multimediali, in grado di accompagnare i più giovani visitatori e ed i grandi, in un viaggio virtuale alla scoperta di uno straordinario monumento di archeologia industriale.
Il Parco Nazionale Tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane è tra i primi centri a carattere tematico istituito in Italia dal Ministro dell'Ambiente.
Il Parco nasce dall'intenzione di non disperdere la storia delle attività minerarie e della metallurgia, che nel corso di circa tre millenni si sono succedute in maremma e che hanno influito sulla determinazione del suo paesaggio culturale.
Le Porte del Parco rappresentano il punto di accesso ideale all'interno del territorio del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane.
Nelle biglietteria del MAGMA si trova la Porta del Parco di Follonica. Questa, funge da desk di accoglienza ed infopoint, oltre che da centro di documentazione informatizzato e punto per l'organizzazione di itinerari o visite guidate.
L'allestimento interno al MAGMA, cosa c'è dentro al museo?
Il MAGMA narra la storia tecnologica, umana ed artistica dello stabilimento siderurgico di Follonica nel vertice della sua produzione.
Siamo all'interno la ex Città Fabbrica, primitivo nucleo intorno al quale si è sviluppata la Follonica attuale. L'edificio corrente del museo ospitava nell'800 un forno fusorio all'avanguardia per la produzione della ghisa: il Forno San Ferdinando.
Primo Piano - L'arte
Una volta superato l'ingresso, alla vista appare il grande volume che ospitava al tempo l'altoforno e che i restauri effettuati recentemente hanno riportato alla luce in tutta la sua forma materica.
In principio, quest'area non si presentava in questi termini: era infatti un luogo di lavoro e al centro s'innalzava la grande struttura del forno fusorio con posto all'apice il camino per la fuoriuscita dei fumi.
Una cascata di lamelle metalliche, sistemate con l'intento di ricreare l'esatta dimensione dell'interno del forno fusorio e caratterizzata da materiali diversi per richiamare le differenti fasi di caricamento.
Nella parte inferiore sono posizionate delle lamelle rosse, alludendo alla fase di accensione; quelle centrali metalliche, richiamano il minerale che veniva gettato a strati con il carbone all'interno del forno; per concludere, nella parte superiore si trovano le lamelle trasparenti a simboleggiare il fumo che dal camino usciva verso il cielo.
La temporanea chiusura di questo lucernario porta con sé un cambiamento, che periodicamente dà vita a questa installazione.
Nella sala viene diffuso l'inconfondibile rumore del forno fusorio e la scultura, improvvisamente, diviene incandescente.
Il rombo cresce e l'incandescenza si fa sempre maggiormente più luminosa, fino a diventare luce bianca. Quindi successivamente inizia a spegnersi dall'alto verso il basso.
Sulle quattro pareti del forno, quasi come fantasmi, appaiono delle ombre di uomini intenti alla fusione.
Talvolta si tratta di ombre gigantesche, in altri casi a grandezza naturale: rappresentano il riflesso degli operai, deformato dall'incandescenza del ferro fuso.
Sulla parate frontale, improvvisamente, inizia a scendere una colata bianca di ferro rovente ed i muri cominciano a riempirsi di materiale incandescente.
Il visitatore si trova così virtualmente all'interno di una forma da forgiare e assiste dunque al versamento della ghisa. La colata bianca riempie l'intero spazio ed inizia a raffreddarsi diventando prima rossa e poi sempre più scura.
Sempre sulla parete, compaiono delle forme, ed in seguito alla formazione di alcune crepe e al crollo di alcuni pezzi di materiale, le crepe aumentano mostrando infine ciò che è nato in seguito alla forgiatura: la città di Follonica.
Secondo Piano Piano - La Storia
La visita proposta dal MAGMA prosegue quindi al secondo piano, con una sezione dedicata all'approfondimento storico.
L'esposizione prende in esame le risorse del territorio di Follonica ed il sistema dei flussi di energia, uomini, materie prime e tecnologie che caratterizza lo stabilimento.
È possibile comprendere il successo di una struttura industriale solamente attraverso il complesso sistema di relazioni che la legano al suo territorio.
Il MAGMA ha sede internamente ad una ex città-fabbrica, un luogo storico della siderurgia italiana.
Qui, fiorì per decenni la produzione di ferro e di manufatti in ghisa che servì a decorare luoghi pubblici e dimore private in tutta Italia.
Lo stabilimento di Follonica si sviluppò al massimo nell '800 e gli edifici posti all'interno di quest'area erano un tempo connessi alla lavorazione del minerale di ferro.
Già al tempo degli Etruschi, nel Vi sec. a.C., si lavorava il minerale di ferro proveniente dall'Isola d'Elba, e la posizione geografica di Follonica, vicina all'Isola d'Elba, ricca di ferro, boschi e corsi d'acqua, era strategica per produrre energia e carbone necessari al funzionamento dei forni.
La città-fabbrica nacque per volontà di Leopoldo II, granduca di Toscana, che tanto amava questi luoghi un tempo malsani per le paludi e la malaria.
Fu proprio lui ad iniziare nel 1831 un'opera di bonifica della Maremma e grazie a lui Follonica divenne in poco tempo il centro più importante di smistamento del ferro toscano.
Qui nacque inoltre una fonderia artistica, corredata da una scuola di ornato e disegno da cui provenivano vere e proprie opere d'arte che nella prima metà dell'800 venivano esportate in tutta Italia. Per esempio la balaustra del duomo di Firenze ed i colonnini di piazzale Michelangelo.
Le fonderie di Follonica andarono lentamente incontro al loro decadimento in seguito alla nascita del nuovo polo situato a Piombino. Il tutto si concluse con la chiusura degli stabilimenti del 1960.
Piano Seminterrato - La Produzione del ferro
Nel seminterrato del MAGMA, si trova uno spazio di grande suggestione che mostra il vero nucleo del lavoro.
Una lunga passerella ripropone il passaggio che conduceva verso il cuore del San Ferdinando, aprendo spazi restituiti alla loro antica bellezza grazie ad un attento e lungo restauro.
Il percorso evidenzia la complessità del processo siderurgico, evidenziandone le fasi di lavorazione del materiale, necessarie per ottenere il prodotto finito.
Sulla parete di fondo, un video-proiezione apre le porte di una fonderia moderna, allo scopo di mostrare il processo di fusione che porta dal modello al getto in ghisa. Per farlo, utilizza come esempio un calco del modello dei delfini incrociati, presenti in mostra al primo piano.
Procedendo, si trova una grande ruota idraulica, ricostruita fedelmente secondo i documenti disponibili che aiuta a capire come venisse sfruttata l'energia idraulica per il funzionamento della macchina soffiante che alimentava la fusione.
Un pannello interattivo con il Fusion game, permette a tutti di cimentarsi con la fusione del ferro, calibrando in prima persona il caricamento del forno per ottenere una ghisa perfetta.
Infine, si incontra la video testimonianza di alcuni degli ex lavoratori dello stabilimento di Follonica, a cui è possibile sottoporre alcune domande diverse per costruire una personale intervista sugli ultimi anni di attività della fonderia.